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Titolo | Avventure tragicomiche di una supplente |
Autore/i | Beatrice Viola |
Casa Editrice | HarperCollins Italia |
Anno di pubblicazione | 2018 |
Costo | 17,50 € pp. 270 |
Recensione | Breve descrizione Con due settimane di ritardo, anche quest’anno per la Supplente è suonata la campanella d’inizio scuola, aprendo una parentesi che non è dato sapere quando si chiuderà. “Fino ad avente diritto” si legge infatti sul suo contratto. Sostituisce una docente che, in congedo di maternità, è rimasta in Sicilia con i suoi due gemellini. Dopo una lunga lunghissima estate, la Supplente è grata ai parti plurimi e alla Sicilia, al governo che non ha abbattuto la supplentite, all’autunno che sa di primavera, con il suo rifiorire di opportunità… D’altronde, ha conquistato nuovamente un posto in una scuola e avrà uno stipendio! Una raccolta di incontri, luoghi e stupori durante anni di insegnamento precario: dagli aspiranti meccanici un po’ bulli un po’ belli ai nanetti montani e lontani, ai giovani molto tecnici e professionali, il tutto passando per i gironi infernali dell’INPS e le incertezze che il futuro le riserva. Perché la Supplente si sente un punticino dentro una grande macchina ma, nonostante le numerose difficoltà e incognite, non perde il suo sguardo ironico e riconosce la bellezza della scuola e del mestiere che ha scelto. Un libro che racconta in modo sarcastico e travolgente le fatiche quotidiane di una supplente. Giudizio personale (a cura di V. S.) Questa è la mia autobiografia, ops perdonatemi è di Beatrice Viola, autrice di questo romanzo. Non ho trovato molte sue notizie in rete ma vi prego aggiungetemi al mio appello e convinciamola a scrivere di nuovo, a raccontare di nuovo le saghe del precario supplente. La preside aveva avuto premura di avvisarla, avrebbe fatto meglio a non accettare l’incarico. Lì per lì la futura supplente si era indignata (“Ma come si permette?”), ma quando, a gennaio, inizia la sostituzione della collega assente per maternità, scopre che la preside è andata in pensione e che in realtà poteva permettersi, eccome, quel suggerimento e non certo per spaventarla, quanto per compiere una buona azione, facendole capire che non era il caso. Da gennaio a giugno, sei mesi di insegnamento da passare con cinque classi, di cui quattro del corso di Operatori Meccanici, con il 100% di frequenza maschile, con qualche extracomunitario. Insomma un istituto di formazione professionale, dove sono tutti, o quasi, aspiranti meccanici o, come dicono loro, “h’aspiranti mekkanici” o meglio ancora “h’as mekk”. Tutti da gestire e sotto tutti i punti di vista e lei li osserva, li ascolta, prende nota… Inevitabilmente, nonostante gli affronti e le parolacce, l’ignoranza e la scarsa voglia di imparare, si affeziona ai suoi allievi, perché, come sempre, dietro quei giovani sbruffoncelli, si nascondono dei grandi teneroni che la timidezza rende aggressivi e che, forse, hanno poco a che vedere con la scuola, ma di certo di motori ne capiscono più di chiunque altro! E poi la scuola dove fa la sua prima supplenza come “profe di lettere” è a portata di bici e tutte le proposte dei ragazzi non le fanno né caldo né freddo perché il suo cuore batte solo per il suo Gianpazienza, bibliotecario filosofo che lavora per una cooperativa. Da gennaio a giugno saranno per lei sei lunghi, intensi e indimenticabili mesi. Questo libro racconta in modo sarcastico e travolgente le fatiche quotidiane di una supplente e non solo, per questo da precaria non posso far altro che consigliarlo. Anche perché «La supplente è per definizione un concentrato di sfiga cosmica». Voto: 8/10 |