Che cosa significa imparare? Chi impara?
La parola imparare è sempre stata presente nella nostra lingua e deriva dal verbo latino parare che significa apparecchiare, apprestare, procacciare, acquistare . In realtà veniva usato già nella quotidianità come composto di in- e parare il cui significato è propriamente possedere, procurare. Nella nostra letteratura compare nei versi di Francesco Petrarca, (“Ben sa ‘l ver chi l’impara / com’ho fatt’io con mio grave dolore”) e di Dante (Purgatorio, VI, 3 «repetendo le volte, e tristo impara per la similitudine del giocatore della zara, che, avendo perduto, ripete le giocate, per trarne qualche ammaestramento»). Il valore più generale del verbo imparare è dunque quello di acquistare qualcosa, ovvero apprendere secondo un processo e uno sviluppo che qualunque tipo di conoscenza che riguarda un individuo specifico.
Negli anni della scuola ognuno di noi impara noiosamente le nozioni che costituiscono il suo bagaglio culturale e conoscitivo, ma purtroppo non viene educato alla vita e preparato ad assumere il proprio posto nella società con responsabilità. Imparare nozioni, date, fatti, nomi, può essere considerato un vero e proprio svilimento della propria intelligenza ma spero che le nuove generazioni sappiano che è necessario prepararsi seriamente e costruttivamente per un domani in cui, come diceva Eduardo De Filippo, ‘gli esami non finiscono mai’, anche e soprattutto fuori della scuola.
Imparare non deve essere gravoso, ma quanto più stimolante possibile: in base a questo presupposto la sfida più grande dell’insegnante è quella di creare sempre nuove strategie affinché il suo insegnamento sia quanto più vicino agli studenti di tutte le età e sempre attuale. D’altra parte anche ‘insegnando s’impara’ perché ‘nell’insegnare altrui, impara sempre qualcosa anche quegli che insegna’: non è un’affermazione della pedagogia più recente, ma addirittura la spiegazione di una fonte autorevole, quale il Vocabolario dell’Accademia della Crusca, la più illustre istituzione che da secoli si è posta l’obiettivo della salvaguardia della lingua italiana.
Come imparare divertendosi? Come insegnare senza tralasciare i bisogni e le curiosità degli studenti? Come trasmettere il sapere, un elemento fluido e composito?
Credo in un solo modo, con la passione. Uno studente non è stimolato da un professore che prova noia per quello che fa e insegna; uno studente non supera le proprie difficoltà se non c’è qualcuno che gliele mostra e crede che possa farcela; uno studente, che vive le turbolenze dell’adolescenza rendendolo incostante, non ha piacere di trascorrere il pomeriggio chino sui libri (non è la regola ma nella maggior parte dei casi gli studenti preferiscono uscire e vedere gli amici piuttosto che studiare). Allora che cosa è necessario fare? Non ho ancora la risposta a tutte queste domande ma la continua ricerca delle risposte mi spinge ad imparare continuamente senza sosta.
Vi auguro di imparare continuamente senza sosta, perché solo così avrete la possibilità di costruirvi come individui, come umani troppo umani.
La prof.