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Titolo | Lezioni di volo e di atterraggio |
Autore/i | Roberto Vecchioni |
Casa Editrice | Einaudi |
Anno di pubblicazione | 2020 |
Costo | 11,05 euro |
Recensione | Breve descrizione La scuola di Roberto Vecchioni prima di tutto è un luogo in cui s’insegna senza impartire lezioni. I ragazzi hanno coraggio, desideri, paure, e una sete dentro che non si spegne mai. Sono irrequieti, protervi, insicuri: in una parola veri. Si chiamano come i piú celebri pittori della storia, ma sono solo esseri umani in cerca di se stessi. E il professore, quel Roberto Vecchioni che insegnava negli anni Ottanta in uno storico liceo milanese, è colto, originale, ma soprattutto appassionato, sempre disposto a quell’incantesimo che balena diverso ogni giorno. Che parli della morte di Socrate, del viaggio di Ulisse o di un verso di una poetessa contemporanea, i suoi occhi brillano e la voce va su e giú come un canto. Dietro, c’è il sentimento di chi è cresciuto tra le parole e sa che, con quelle stesse parole, i suoi ragazzi affronteranno la vita. Se è vero che solo quel che si vede con la coda dell’occhio può toccarci nel profondo, come scriveva E. M. Forster, Roberto Vecchioni con queste Lezioni di volo e di atterraggio ci offre esattamente quel che si vede con la coda dell’occhio: un’altra, potentissima, forma di verità. Raccontare storie, e lasciar parlare anche il silenzio. Pungolarsi, emozionarsi, cercare verità alternative. Perché una lezione sia davvero magica ci vuole qualcuno che sappia trasmettere il suo sapere e qualcuno che sappia ascoltarlo. Occorre volare, e poi atterrare, tutti insieme. Cosí, mentre lo specialissimo professore che abita queste pagine parla di Socrate o di Ulisse, viaggiando leggero nel tempo – dalla guerra di secessione a Fabrizio De André, dal Vangelo a Spoon River, da Saffo ad Alda Merini –, veniamo tutti trasportati in un altrove dove la cultura è qualcosa di vivo, di scintillante, che fa luce – da sempre e per sempre – sul nostro buio. Quindici racconti indimenticabili, quindici lezioni innamorate destinate a colpire il cuore e il cervello. «È gioco, sfida, provocazione. È gettare un sasso e contare i cerchi che si allargano sull’acqua. Porte che si aprono su altre porte, senza mai fermarsi alla prima». Giudizio personale (a cura di Valentina Spacagna) Ho difficoltà ad esprimere un giudizio oggettivo riguardo questo libro, ma potrei scrivere pagine su pagine su quanto mi abbia dato in termini umani. L’autore racconta in modo rivisitato la sua esperienza di insegnamento, che va contestualizzata in quei tempi in cui il docente non è sommerso dalla burocrazia e da progetti e progettelli vari ed eventuali. Ogni parola, ogni frase restituisce quanto è accaduto in classe: non una semplice esperienza di apprendimento ma un incontro di individui che si donano qualcosa, precisamente ricerca, conoscenza e passione. Credo che questo testo possa rappresentare in toto la mia filosofia, il #sapereardere, il fuoco della conoscenza che ogni docente deve stillare in ogni studente. Una nota dolente: la lettura è durata troppo poco, avrei voluto che non finisse così presto. Voto: 10/10 |