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Titolo    L’ ora di lezione. Per un’erotica dell’insegnamento
  Autore/i    Massimo Recalcati compie gli studi filosofici sotto il magistero del professore Franco Fergnani, discutendo nel luglio 1985 una tesi di tipo teoretico, dal titolo Desir d’être e Todestrieb. Ipotesi per un confronto tra Sartre e Freud, volta ad indagare i rapporti tra il filosofo francese e il fondatore della psicoanalisi. All’estate dello stesso anno, il suo primo incontro con il testo di Jacques Lacan, che condiziona irreversibilmente la sua vita e segna il secondo tempo della sua formazione. Nel 1989 si specializza presso la Scuola di Psicologia del capoluogo lombardo, diretta da Marcello Cesa-Bianchi, discutendo la sua tesi, Analisi terminabile ed interminabile. Note sul transfert, con Enzo Funari. Dal 1988 al 2007 svolge la sua formazione analitica tra Milano e Parigi.
  Casa Editrice   Einaudi
  Anno di pubblicazione    2014
  Costo    14 euro
  Recensione   
Breve descrizione
Periferia di Milano, anni Settanta. Gli anni del terrorismo e della droga, dei sogni di Oriente e di liberazione. Una mattina, nella classe di un Istituto Agrario, fa la sua apparizione Giulia, una giovane professoressa di lettere che parla di letteratura e di poesia con una passione sconosciuta. È quell’incontro a “salvare” Massimo Recalcati che, in questo libro dedicato alla pratica dell’insegnamento, riflette su cosa significa essere insegnanti in una società senza padri e senza maestri, svelandoci come un bravo insegnante sia colui che sa fare esistere nuovi mondi, che sa fare del sapere un oggetto del desiderio in grado di mettere in moto la vita e di allargarne l’orizzonte. È il piccolo miracolo che può avvenire nell’ora di lezione: l’oggetto del sapere si trasforma in un oggetto erotico, il libro in un corpo. Un elogio dell’insegnamento che non può accontentarsi di essere ridotto a trasmettere informazioni e competenze. Un elogio della stortura della vite che non deve essere raddrizzata ma coltivata con cura e riconquistata nella sua singolare bellezza.

Giudizio personale (a cura di Valentina Spacagna)
Il mio giudizio riguardo il libro è altalenante: non sono proprio sicura del fatto che non mi sia piaciuto né tanto meno del contrario. Andiamo per gradi: del primo capitolo La scuola smarrita ho ritenuto l’analisi profonda e molto precisa; mi è piaciuta la delineazione dei modelli di scuola tratteggiati e il riferimento ai modelli antichi. Riguardo il secondo capitolo il gesto di Socrate: prendo le distanze. I riferimenti filosofici in alcuni passaggi mi sembrano troppo frettolosi, utili per chi non è della materia ma svilente per chi lo è. Ho apprezzato molto le critiche mosse al sistema scolastico nei successivi capitoli e cosa mi porterò sempre è l’incontro dell’autore con Giulia, professoressa di Lettere, al quale è dedicato l’ultimo capitolo del suo libro: una lettera piena di amore e gratitudine. Il libro lo consiglio soprattutto ai genitori che si interrogano riguardo la scuola e che davvero tengono alla formazione culturale dei propri figli.

Voto: 7/10

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