Foto di Arek Socha da Pixabay
Programmare non è progettare: sono due verbi differenti che prevedono due azioni diverse. Per quanto riguarda le discipline di storia e filosofia, ahimé, bisogna prendere atto che permane l’insegnamento antico, a volte funzionale, cioè la “carrellata” di contenuti disciplinari con l’ostinazione di fondo di dover spiegare chi o cosa risulta indispensabile per il docente.
Ma cosa impedisce di progettare e spinge il docente a programmare? Tempo e studio, senza i quali risulta imprescindibile fare un buon lavoro.
Che cosa bisogna conoscere?
- Lle Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione; Nuovi Scenari;
- le Indicazioni Nazionali per i Licei;
- le Linee guida per gli Istituti Tecnici;
- le Linee guida per gli Istituti Professionali;
- Quadro delle competenze europee per l’apprendimento permanente (2006);
- il nuovo quadro europeo delle competenze chiave per l’apprendimento permanente (2018);
- i contenuti disciplinare delle proprie materie di insegnamento.
Che cosa significa in realtà progettare?
La progettazione si caratterizza come momento ex ante dell’azione didattica ed ha una funzione di anticipare il processo che si intende realizzare in tutte le sue variabili essenziali: infatti una fase progettuale, di ideazione dell’azione, rimane un punto di partenza, ma si intreccia inestricabilmente con l’azione stessa e con la valutazione, in un processo di progressiva messa a punto del progetto, non più visto come qualcosa che precede l’azione. In altri termini un vero e proprio vestito su misura per tutti gli studenti.
La pianificazione annuale contiene un’analisi della situazione e le ipotesi sui nuclei fondanti e sulle competenze che acquisiranno gli allievi. Si può elaborare anche dopo l’inizio dell’anno scolastico e deve contenere una descrizione completa della classe. Per individuare i nuclei fondanti si possono stabilire delle macro aree tematiche in cui si vuole organizzare il percorso formativo e, accanto ad esse, sviluppare delle unità di approfondimento (Uda) che possono avere un titolo, anche accattivante, per gli alunni. L’articolazione in Uda è variabile e fa parte dell’unità di apprendimento che, a differenza dell’unità didattica, consiste nell’applicazione pratica delle fasi della progettazione.
Ho trovato utile il seguente file per approfondimenti:
Buon lavoro #teamdocenti!
Una risposta a “Dal programma alla progettazione didattica”
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