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La filosofia dietro un piatto di spaghetti

Nell’articolo La scienza e la rivoluzione Ludwig Feuerbach scrisse “l’uomo è ciò che mangia”, espressione che l’autore ha esplicitato 12 anni dopo nel saggio Il mistero del sacrificio (1862).

Feuerbach (1804-1872), esponente della Sinistra hegeliana, e il rovesciamento del rapporto hegeliano tra finito e infinito attraverso l’analisi della religione. Ciò che ci interessa sottolineare della filosofia di Feuerbach è il rovesciamento di uno dei capisaldi dell’hegelismo: infatti per Feuerbach viene prima la realtà concreta e poi l’idea, al contrario di quanto invece pensava Hegel, e la sua analisi della religione che, pur partendo da una concezione sostanzialmente hegeliana, si basa sullo stesso tipo di rovesciamento.

La realtà è la materia, non lo spirito.
Feuerbach critica l’astrattezza della filosofia hegeliana: Hegel sbaglia, in quanto attribuisce realtà allo spirito (infinito) negandola alla materia (finito), vedendo in quest’ultima nulla più che una manifestazione imperfetta dello spirito (vd. la natura come negazione dell’idea nel sistema hegeliano). Mentre per Hegel è l’Idea, il pensiero, che produce la materia, per Feuerbach è la materia a produrre il pensiero. Significativo in questo senso è il titolo di uno scritto di Feuerbach del 1862: Il mistero del sacrificio o l’uomo è ciò che mangia (“der Mensch ist was er isst”), titolo mediante il quale si afferma che esiste un’unità inscindibile fra psiche e corpo; per pensare meglio dobbiamo alimentarci meglio.
“L’uomo è ciò che mangia” è diventata la frase più celebre di Feuerbach. Essa gli fu ispirata da un trattato del fisiologo olandese Jakob Moleschott (1822-1893), nel quale si sosteneva che “senza fosforo non c’è pensiero”. E Feuerbach scriveva: “Perché tu introduca qualcosa nella tua testa e nel tuo cuore è necessario che tu abbia messo qualcosa nello stomaco”; cioè è la materia la base del pensiero e non viceversa, come sosteneva Hegel.

Attività didattica

Per una classe quinta

Dopo aver imparato i contenuti della filosofia di Feuerbach (cfr. Feuerbach) inizia l’attività didattica per assimilare i concetti:

I) I modelli nutritivi cambiano in continuazione, oggi si esalta un alimento e domani lo si demonizza, sul cibo si può dire tutto e il contrario di tutto e questi pareri così discordanti generano una grande confusione. Quanti giudizi si sono modificati sul vino, sui salumi, sui grassi? Molto spesso poi i modelli nutritivi sono imposti dalle mode, dalla pubblicità e a forza di sentir ripetere che non sappiamo mangiare, finiamo per crederci, allontanandoci così dalla cultura della tavola costruita nei secoli. Abbiamo imparato a ignorare i segnali che il corpo ci invia e il nostro sistema di autoregolazione ormai è in tilt, per questo motivo molti di noi ingrassano – o dimagriscono – a dismisura e finiscono, nei casi più gravi, per ammalarsi. Dobbiamo trarre il meglio dal cibo per migliorare la qualità della nostra vita, il cibo deve essere amore e passione, cultura e tradizione, scienza e conoscenza, piacere, consapevolezza di ciò che mangiamo e di ciò che ci nutre. E se si vuole stare bene è necessario assecondare il naturale bisogno del nostro organismo.

II) Gli studenti dovranno scrivere per una settimana un diario alimentare e verificare con la/il prof.ssa/prof. di scienze e con la/il prof.ssa/prof. di filosofia comprendere che tipi di individui si è a partire da ciò che si mangia;

III) A questo punto si costruisce con il CdC i collegamenti multidisciplinari di educazione civica.

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